Conosciuti come Goals, i 17 obiettivi prefissati dagli Stati membri delle Nazioni Unite per garantire a livello internazionale lo Sviluppo Sostenibile impegnano tutti i 193 Paesi membri delle Nazioni Unite a conoscere, adottare, orientare la propria azione verso una crescita economica quanto più socialmente inclusiva e rispettosa dell’ambiente.
Sottoscritta a New York il 25 settembre 2015 ed entrata in vigore il 1 gennaio 2016, l’Agenda 2030 è un impegnativo programma di interventi, a garanzia della dignità delle Persone; ambisce a promuovere la Pacifica Prosperità, nella realizzazione di solide Partnership e nel rispetto della natura; è “promessa” alle future generazioni di un “dono”: un ambiente vivibile tanto a livello sociale, poiché senza conflitti, inclusivo e solidale fra gli esseri umani, quanto a livello ambientale, poiché rispettoso dell’ecosistema e di tutti gli esseri viventi.
Sintetizzati nelle ben note “5 P” (Persone-Prosperità-Pace-Partnership-Pianeta), i 17 Obiettivi e i 169 target/traguardi, che i Paesi si sono posti in vista del 2030, proclamano la necessità di ciascun essere umano ad abbandonare la propria confort zone, mettendo concretamente in gioco l’impegno personale, investendo le proprie risorse per garantire dignità e uguaglianza, in un ambiente accogliente per tutti gli esseri viventi.
Realizzare società pacifiche, giuste e inclusive richiede uno sguardo multifocale, dove ogni cittadino si impegna nella costante consapevolezza che le proprie intenzioni e azioni possono salvaguardare l’ambiente e le risorse naturali.
Insegnare a mettere proficuamente in pratica le best practices per promuovere buone condizioni di vita per tutti gli esseri viventi, aborrendo qualsiasi forma di oltraggio ambientale, significa attivare percorsi educativi finalizzati a sentirsi comunità sostenibili economicamente, socialmente e a livello ambientale.
Per ridurre le disuguaglianze, le politiche condivise da tutti i Paesi prestano particolare attenzione ai bisogni delle popolazioni svantaggiate ed emarginate. La riduzione delle disuguaglianze nel punto 10 dell’Agenda 2030 promuove l’inclusione di ciascun essere umano, sottraendolo dalla povertà. Indubbiamente questa è un’impresa faticosa da conseguire.
L’impegno della scuola, in tal senso, non deve tradursi in un abbattimento del divario economico tra gli alunni; la scuola va oltre: la scuola è protesa a far vivere a ciascun alunno un’esperienza di accoglienza unica, dove ciascuno è valorizzato per la propria irripetibilità. La scuola, pertanto, anziché azioni molecolari, protende a interventi molari, in un’ottica di macro dialogo tra le varie professionalità interne ed esterne all’istituzione e le figure presenti sul territorio, per un proficuo e costante progetto di vita del soggetto.
Perché di fatto dirigenti e personale scolastico siano preparati all’accoglienza e realizzino in classe, ogni giorno, un’educazione sostenibile e rispettosa dell’unicità di tutti e di ciascuno, il Ministero dell’Istruzione ha attivato un Master Universitario dal tema "Organizzazione e Gestione delle Istituzioni Scolastiche in Contesti Multiculturali". Il fine formativo è, appunto, implementare e rafforzare le competenze della scuola italiana in relazione alla multiculturalità.
La scuola è reale accoglienza se dirigenti e personale scolastico, essendo adeguatamente formati e sensibilizzati, realizzano costantemente l’inserimento nell’ambiente di tutti gli studenti sia gli autoctoni, sia i nuovi arrivati sia le seconde generazioni; promuovono con le azioni quotidiane un’educazione alla cittadinanza e vivono l’educazione interculturale realmente, tra i banchi; traducono in coinvolgimento attivo i principi di Pedagogia Interculturale, adottando le adeguate metodologie di ricerca-azione nei vari contesti multiculturali, per sperimentare produttivamente l’inclusione di tutti e di ciascuno.
La scuola è comunità, cioè collettività di soggetti stimolati da costanti azioni di crescita, perché, mentre educa, si fa educare; mentre comunica e collabora per la tutela del patrimonio culturale, si lascia cambiare; mentre realizza percorsi di corresponsabilità, si apre al nuovo.
Nella riduzione delle disuguaglianze, l’indiscutibile centralità della dimensione motivazionale e formativa della scuola si attiva in interventi di tipo cognitivo, affettivo-relazionale, metodologico, attraverso progetti mirati al rafforzamento dell’autostima di ciascun allievo.
La scuola diviene migliore se, aumentando il livello qualitativo delle azioni inclusive, riesce a ridurre le disuguaglianze, come previsto dal goal 10 dell’Agenda 2030.
Una prospettiva molto feconda dal punto di vista didattico permette a ciascun alunno non solo di percepirsi accolto e parte attiva del gruppo, ma di essere partecipe e raggiungere un eccellente livello di apprendimento e lo sviluppo delle proprie potenzialità, nella serena evoluzione personale.
Mercadante Anna Serena Docente di Scuola Primaria presso l’Istituto Comprensivo “C. De Giorgi” di Lizzanello con Merine (Lecce), nel 2006 consegue la Laurea con lode in Filosofia presso l’Università del Salento, specializzandosi poi in “Metodologie Psicopedagogiche di gestione dell’insegnamento-apprendimento nell’ambito didattico” con Diploma Post Lauream Biennale; frequenta inoltre il Corso di Formazione Progetto E-Twinning del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca - Erasmus. Nel 2012 consegue il Diploma di Formazione “Apprendere in contesti culturali allargati – La mediazione interculturale per il cittadino globale” rilasciato dall’Università Cà Foscari di Venezia e, nel 2013, il Master Universitario in “Didattica e Psicopedagogia per i Disturbi Specifici di Apprendimento – DSA” presso l’Università del Salento con voto 110/110. Convinta sostenitrice del LifeLong-and-Wide-Learning, partecipa assiduamente ad esperienze di formazione.