L’emergenza ucraina rappresenta un banco di prova per il sistema scolastico italiano chiamato ad attivare azioni strutturali e adeguate risorse per costruire efficaci politiche d’integrazione, rimettendo così al centro il tema dell’educazione interculturale.
Il Ministero dell’Istruzione con la nota prot. n. 381 del 04.03.2022 ha evidenziato che i minori ucraini giunti nel nostro Paese, in altissima percentuale sono “in parte accompagnati dai propri familiari e, in molti casi, tragicamente soli o temporaneamente affidati ad amici di famiglia” e che, viste le inevitabili ricadute traumatiche che i gravi e repentini eventi occorsi hanno loro determinato, necessitano di supporto psicologico oltre che linguistico, anche per prevenire situazioni di disagio e di difficoltà nei nuovi contesti di vita e di studio.
Si parte dal presupposto che la scuola deve assicurare ai minori stranieri presenti sul territorio italiano l’assolvimento dell’obbligo formativo, in linea con il Testo Unico sull’immigrazione (art. 38 del D.lgs. 25 luglio 1998, n. 286), che garantisce loro il diritto allo studio e prevede l’applicazione delle disposizioni nazionali in materia.
La medesima tutela in materia di diritto all’istruzione è garantita ai minori richiedenti protezione internazionale e ai minori figli di richiedenti protezione internazionale (art. 21 del D.lgs. 18 agosto 2015, n. 142), nonché ai minori stranieri non accompagnati per i quali è prevista la predisposizione di progetti specifici che si avvalgano del ricorso o del coordinamento di mediatori culturali (art. 14 della Legge 7 aprile 2017, n. 47).
A tal proposito, in favore delle scuole (dall’infanzia alle superiori), che si stanno preparando a gestire flussi continui e non prevedibili di studenti in arrivo dall’Ucraina, attraverso un’azione concertata e attivata territorialmente con le Prefetture e gli Enti locali e gestita in modo strategico dagli Uffici scolastici territoriali, è stato previsto uno stanziamento di fondi ripartito per sostenere i costi della mediazione linguistica e culturale e le necessità correlate all’accoglienza scolare e all’alfabetizzazione.
Tenuto conto della particolare condizione di fragilità di ciascuno degli esuli ucraini accolti, le prime misure che le scuole sono state sollecitate ad attuare per garantire sostegno e accompagnamento riguardano:
- l’inserimento il più possibile vicino ai luoghi presso cui hanno trovato accoglienza;
- la cura a non far disperdere la rete di relazioni che uniscono tra loro i profughi o li legano a familiari presso cui hanno trovato ospitalità;
- la necessità di favorire il più possibile la conservazione di piccoli gruppi di provenienza, in primis i nuclei familiari, considerando poi l’appartenenza alla medesima comunità territoriale o geografica.
In linea con il modello di integrazione interculturale della scuola italiana che vanta una tradizione consolidata nell’inclusione, accoglienza e coesione sociale di alunni stranieri, e tenuto conto anche delle necessità contingenti in fieri degli studenti ucraini, la scuola si sta organizzando, adattando gli strumenti elaborati in passato e facendo tesoro delle molteplici esperienze già messe in campo quali, ad esempio:
- attività di peer education e peer tutoring, in particolare nelle fasi iniziali di approccio alla lingua per la comunicazione interpersonale di base (ITABASE);
- utilizzo sperimentato di strumenti didattici bilingue e in lingua madre e di materiali multilingue, anche visivi, unitamente all’uso delle nuove tecnologie per l’inclusione;
- attivazione del protocollo di accoglienza e di integrazione completo di tutte le dimensioni del processo educativo, didattico, organizzativo, amministrativo e sanitario, con particolare riferimento a percorsi integrati scuola-famiglia e scuola-territorio, anche nell’ottica dell’orientamento, deliberati dagli organi collegiali e inseriti nel PTOF e volti anche ad offrire ai minori ucraini occasioni di socializzazione, attività ricreative, sportive e di espressione e creatività artistica e culturale;
- colloqui con gli alunni e la famiglia per acquisire informazioni sulla loro scolarizzazione pregressa al fine di individuare la classe di riferimento, di norma corrispondente all’età anagrafica del minore, salvo che il collegio deliberi diversamente sulla base di criteri definiti;
- coinvolgimento della famiglia in modo attivo alla vita della scuola relativamente alle iniziative e attività curriculari ed extracurriculari, alla conoscenza e condivisione del progetto pedagogico alle informazioni sull’organizzazione scolastica e sull’offerta formativa erogata;
- promozione della dimensione interculturale del curricolo e personalizzazione dei percorsi didattici in un’ottica di continuità unitamente all’implementazione dei percorsi di facilitazione relazionale;
- valorizzazione delle risorse professionali interne, anche con l’utilizzo dell’organico di potenziamento, e di quelle disponibili sul territorio per il raccordo nell’ottica del lavoro di rete e della co-progettazione con il mondo dell’associazionismo, del terzo settore e dei servizi sociali dei comuni che stanno realizzando iniziative in risposta alle sfide dell’accoglienza e dell’inclusione sociale degli studenti ucraini.
Le iniziative da promuovere non possono prescindere dal fatto di avvalersi di insegnanti qualificati di L2 e di mediatori culturali strutturati che lavorino per una rete di scuole o di un territorio, anche nella prospettiva di ridurre il divario e le disuguaglianze tra studenti italiani e ucraini.
Contemporaneamente, è sempre più ineludibile lo sviluppo delle competenze interculturali degli insegnanti per realizzare nei contesti educativi processi di apprendimento volti al successo formativo di tutti i soggetti con lingue e culture diverse in un clima positivo di accoglienza, dialogo, confronto, comprensione e reciproca crescita umana.
Antonella Maria Delre, Laureata in Economia e Commercio, Docente di Discipline Giuridiche ed Economiche, Dottore di ricerca in Demografia Storica e Sociale, Assegnista di ricerca. È stata Docente a contratto in Retail Marketing presso l’Università degli Studi di Bari e Tutor coordinatore del TFA. È autrice di pubblicazioni sui temi dell’integrazione dei migranti e di volumi inerenti la preparazione alle prove scritte e orali dei concorsi a cattedra. Svolge attività di formazione. Attualmente è Docente individuata, ai sensi della Legge 107/2015, articolo 1, comma 65, presso l’Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia in qualità di Referente per l’Inclusione.