Identità e alterità nella Scuola

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L’“altro”, lo “straniero”, il “diverso”: fin dall’antichità il contesto civile, sociale e culturale ha avuto una percezione deformata di coloro che giungono nel proprio territorio da un paese straniero.

“Estraneo”, appunto. Stra- deriva dalla parola latina extra e indica qualcosa che “sta al di fuori” rispetto a “ciò che sta dentro”. Nelle lingue indoeuropee il termine che designa lo straniero contiene in sé l’intero repertorio delle accezioni semantiche dell’alterità, e cioè l’estraneo, il forestiero, il nemico, in sintesi tutto ciò che è ALTRO da noi, anche se si rapporta con noi.

Già con il Testo Unico sull’Immigrazione, L. 286/1998 si gettano le basi per il diritto all’istruzione per gli alunni con background migratorio. 

L’aggettivo “interculturale” è apparso accanto ad “educazione” per la prima volta, ufficialmente, nella scuola italiana, nel 1990 con la Circolare ministeriale del 26 luglio, n. 205, che trattava i temi dell’inserimento degli alunni stranieri all’interno delle classi e conseguentemente, appunto, l’educazione all’interculturalità.

Il prefisso inter, scambio, vuole significare la possibilità di avviare prospettive di dialogo, confronto, interazione, messa in gioco tra varie culture: società multiculturali con interventi educativi interculturali. Al centro si erge il benessere, l’acquisizione di consapevolezza, malgrado il vissuto e i motivi che hanno spinto alla migrazione, della persona umana nella propria interezza, a prescindere da nazionalità, lingua, cultura o religione di appartenenza. 

 

La scuola italiana è stata, ed è, oggi soprattutto, sempre coinvolta profondamente nel processo storico che negli ultimi anni ha portato decine di migliaia di esseri umani, immigrati da tutti i paesi del mondo, a trasferirsi in Italia in cerca di un lavoro e di una vita migliore. Domani, anzi già da oggi, sono inseriti nella scuola italiana tanti ragazzi provenienti dalla martoriata Ucraina.

Da qui la necessità di aggiornare le Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri del 2014, che erano già un aggiornamento delle precedenti, stilate nel 2006.

L’aggiornamento del 2022, che ha come titolo Orientamenti Interculturali. Idee e proposte per l’integrazione di alunne ed alunni provenienti da contesti migratori, è un documento fondamentale, insieme al Rapporto Gli alunni con cittadinanza non italiana, che riproducono il quadro della situazione degli alunni con background migratorio nelle scuole italiane.

I nuovi Orientamenti si focalizzano sugli interventi educativi della fascia 0-6 anni e quella superiore a 14, non trattate nelle versioni precedenti.  

Le scuole si impegnano a collegare in un’interazione dinamica, orientamenti didattici, processi di apprendimento e molteplicità dei saperi. Il confronto e il dialogo tra etnie non possono rimanere solo obiettivi da perseguire, ma devono costituire gli strumenti di base per effettivi “ponti” culturali tra Paesi diversi, quelli di appartenenza e quelli di accoglienza, nella più ampia prospettiva del riconoscimento e dell’accettazione delle diverse identità culturali.

L’interculturalità rappresenta la soluzione che riesce a rispondere in modo più atto alle esigenze di una scuola multiculturale, multietnica e plurilingue, che si deve porre come obiettivo quello di far sì che l’altro, attraverso una convivenza pacifica e proficua, si integri in un contesto permeato da un sentimento di fraternità che grazie  alla relazione giunga ad una eguaglianza di fatto.

L’educazione interculturale dev’essere un’educazione trasversale per tutti. Con l’attuazione di percorsi interdisciplinari, è necessario che la scuola formi menti aperte al dialogo, al confronto, alla cooperazione e alla pace. 

Si è parlato recentemente della proposta di riforma della cittadinanza basata sullo ius scholae, che rende il percorso scolastico il principale requisito per il riconoscimento dello status giuridico degli alunni. Ciò riconoscerebbe alla Scuola il ruolo fondamentale nella caratterizzazione del cittadino del domani.

Claudia Guardiano nasce a Ragusa e della sua Sicilia ama il mare, le antiche tradizioni e quella classicità che la conduce a conseguire il diploma di Liceo classico nonché la laurea in Lettere antiche, all’Università Cattolica di Milano. L’approfondita conoscenza delle discipline umanistico-letterarie, è stata accompagnata dalla passione per il Diritto, soprattutto quello delle origini, un vero e proprio percorso parallelo che l’ha condotta all’acquisizione di competenze giuridico-economiche. Ha sempre creduto alla sinergia tra i diversi saperi e alla necessità di potenziare le abilità informatiche, per affrontare con la giusta dose di modernità l’attività di insegnante di Lettere, cui si approccia sempre con entusiasmo e desiderio di innovazione.  Non si stanca mai di studiare, di intraprendere nuove avventure, di approcciarsi a nuovi campi del sapere.

 

 

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