Nuovi orientamenti interculturali per i nativi multiculturali

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Il 17 marzo 2022 l’ Osservatorio nazionale per l’integrazione degli alunni stranieri e l’educazione interculturale del Ministero dell’Istruzione, ha presentato le tanto attese linee guida per l’integrazione “Orientamenti interculturali – Idee e proposte per l’integrazione di alunni e alunne provenienti da contesti migratori” (di seguito Orientamenti), che attualizzano le precedenti “Linee guida per l’integrazione degli alunni stranieri” del 2014.

In tale occasione il Ministro Bianchi ha definito i nostri ragazzi ‘nativi multiculturali’, ponendo l’accento sulla dimensione inclusiva della scuola italiana, determinante per creare “società aperte e interconnesse” che vedono nel multiculturalismo un motivo di arricchimento. Il punto di snodo è il passaggio da una multiculturalità, intesa come semplice compresenza, sia pure pacifica, di culture e di etnie diverse, all’interculturalità, come politica della convivenza e della solidarietà attiva.

Gli Orientamenti sono costituiti da tre parti: una prima parte dal titolo “Il Contesto e i Riferimenti” in cui si evidenzia come oggi, rispetto alle Linee guida del 2014, sia molto più ampio il concetto di contesto, inteso non più in riferimento ad una determinata nazione, bensì al cittadino “europeo e del mondo” caratterizzato da competenze digitali ed “ecologiche”, trasversali alle nuove generazioni, indipendentemente dalla provenienza specifica.

I dati ci forniscono il volto di queste nuove generazioni di immigrati, ci parlano dei loro percorsi e delle loro storie. Dai dati del report del Ministero dell’Istruzione “Gli alunni con cittadinanza non italiana a.s. 2019/2020” apprendiamo che gli alunni con cittadinanza non italiana sono il 10,3% della popolazione scolastica: su 8.484.000 studenti circa 877.000 sono di cittadinanza non italiana, di cui il 63,1%, cioè 6 alunni/e stranieri su 10 sono nati in Italia.

A fronte di questi dati assistiamo però ad una proposta di legge sulla cittadinanza per i minori, nati o giunti in Italia, ferma in Parlamento perché osteggiata da più parti. Negli Orientamenti si legge che “i giovani delle nuove generazioni sono dei “mediatori culturali” naturali, allenati a stare in equilibrio tra lingue e culture, ma occorre una loro valorizzazione nella scuola e nella società, a partire da un riconoscimento giuridico della cittadinanza italiana”.

Rispetto ai compagni di cittadinanza italiana emergono notevoli divari riguardo il percorso scolastico: solo l’82,4% dei diplomati di Secondaria di I grado sceglie percorsi di scuola Secondaria di II grado, il 9,6% opta per la formazione regionale; il 36,5% si iscrive agli istituti professionali, il 3,9% ai corsi di IeFP, il 44,1% agli istituti tecnici e solo il 15,5% ai licei. Nell’arco dei 5 anni di Secondaria di II grado gli studenti italiani in ritardo sono l’8,9%, contro il 29,9% degli studenti con cittadinanza non italiana. 

La seconda parte degli Orientamenti “I soggetti destinatari delle azioni” rappresenta il cuore di questo documento: la premessa è che destinatari dell’educazione interculturale e plurilingue sono tutti gli alunni e tutte le scuole. Segue un focus sui NAI, preadolescenti e adolescenti neoarrivati in Italia in situazione di non italofonia, i MSNA, i minori stranieri non accompagnati con esperienza di un’immigrazione spesso traumatica, senza il supporto di adulti di riferimento.

Un’attenzione specifica viene attribuita ai “giovani adulti”, immigrati arrivati in Italia in età o con esperienze formative limitate o non riconoscibili legalmente, che rendono complesso il loro inserimento nelle scuole del I e del II ciclo. Ricordiamo che per l’istruzione degli adulti (IDA) sono competenti i CPIA, centri per l’istruzione degli adulti, che possono rispondere ai loro complessi bisogni formativi con percorsi di lingua italiana e ordinamentali, oppure la formazione regionale.

Nella terza parte “Le attenzioni e le proposte” viene richiamato il ruolo degli Uffici Scolastici Regionali, degli Ambiti Territoriali e delle Scuole Polo nell’inserimento scolastico degli alunni provenienti da contesti migratori. Si evidenzia come sia compito degli Uffici scolastici regionali dotare di adeguato organico le scuole che nel proprio Piano dell’Offerta Formativa prevedano progetti e laboratori di italiano per gli studenti neoarrivati che vivono una condizione di spaesamento.

L’apprendimento dell’italiano “fa parte della lotta contro l’insuccesso scolastico e contribuisce alla ricerca dell’equità e della qualità dell’educazione” in quanto la lingua è lo strumento per eccellenza di partecipazione attiva alla vita del Paese; va organizzato in maniera integrata prevedendo sia attività laboratoriali, gestite da docenti con formazione specifica, che l’utilizzo di materiali e strumenti multimediali che consentano l’auto-apprendimento  e l’auto-valutazione. 

Fondamentale è anche il ruolo delle attività di accoglienza nella scuola a favore degli alunni stranieri e delle loro famiglie, anche con la collaborazione dei mediatori linguistico-culturali, per garantire la partecipazione alla vita scolastica, le risorse per il diritto allo studio e la parità nei percorsi di istruzione. Le scuole organizzano, attraverso l’istituzione di apposite commissioni, azioni di accoglienza inerenti “aspetti amministrativi, organizzativi, educativo-didattici e cognitivi”.

Il punto “Formazione dei dirigenti, dei docenti e del personale non docente” che conclude gli Orientamenti, costituisce probabilmente la chiave di volta della pedagogia interculturale che mira a coniugare nell’alunno/a la qualità dell’apprendimento con lo sviluppo di una personalità sensibile e rispettosa dell’altro, capace di accettare e convivere costruttivamente con il diverso, riconoscendone i diritti umani, nel rispetto delle differenze etniche e culturali.

Saper gestire i conflitti di valori attraverso la mediazione interculturale e la negoziazione, saper valutare il contenuto interculturale dei curricula e dei materiali didattici, saper accogliere studenti e famiglie rende la scuola un microcosmo ideale di una comunità educante che promuove coesione sociale.

Antonietta Centolanze Docente di tedesco distaccata dal 2015 presso l'Ufficio Ordinamenti dell'USR per il Piemonte; il mio impegno verte principalmente sull'istruzione degli adulti, in particolare sui percorsi di istruzione presso gli Istituti penitenziari, sul segmento zero-sei e sulla diffusione delle lingue straniere. Referente della Rete per l'inclusione della Città di Torino e formatrice su varie problematiche inerenti i bisogni educativi speciali.

 

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