I diritti degli alunni N.A.I. e i doveri della scuola italiana

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Scegliere il proprio luogo di nascita è impossibile, ma la possibilità di collocarci in un angolo di mondo in cui vivere la nostra vita dovrebbe essere un diritto da riconoscere a tutti gli esseri umani.

Tali concetti sono stati espressi in modo inequivocabile sia nel 1948 con la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani sia nel 1989 con la Convenzione dei diritti dell’infanzia. Chi lascia il proprio Paese, preferendo l’Italia ad esso, se non è mosso da ragioni politiche, viene spinto da esigenze che non vanno discusse, ma accettate da tutti.

Precludere l’arrivo in Italia o renderne difficile la permanenza sarebbe un’azione vile se non cattiva. L’Italia ha fatto propri i concetti espressi nel 1948 e confermati nel 1991, dopo la ratificazione della Convenzione dei diritti dell’infanzia, e rende titolari di diritti e doveri ogni singola  persona a prescindere dalla sua provenienza. Chi arriva in Italia spesso viene seguito dai suoi familiari e all’interno della famiglia vi sono anche degli studenti che vengono identificati con l’acronimo N.A.I. ( neo arrivati in Italia).

Alcuni N.A.I., a seconda della loro età, hanno il diritto/dovere di adempiere all’obbligo scolastico, altri, in età più avanzata, hanno il diritto allo studio e da tali circostanze scaturisce l’iter di inserimento nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché del conferimento dei titoli. La presenza degli alunni stranieri. nelle scuole italiane è sempre più massiccia e la loro gestione implica impegno, passione e competenza da parte di tutto il personale che orbita nel mondo della scuola.

I  N.A.I. arrivano in Italia spesso senza conoscere la lingua italiana, a volte anche con una documentazione inesistente o insufficiente e, sin da quando mettono piede nel territorio italiano si trovano a gestire circostanze in cui vengono richeste le capacità di comprendere e comunicare sia in una Lingua italiana utilizzata nella vita quotidiana, sia in una Lingua più complessa utilizzata per esprimere concetti burocratici o inerenti alle diverse discipline di studio.

Gli alunni stranieri vengono accolti nella scuola italiana anche in assenza di documenti. In questo caso si procede avvalendosi di una iscrizione con riserva, la quale non preclude all’alunno la possibilità di frequentare le lezioni e di conseguire i titoli. Gli insegnanti, sin dal primo apporoccio con un alunno neo arrivato in Italia, programmano attività finalizzate all’acquisizione della Lingua italiana, avvalendosi anche di azioni e strumenti compensativi e dispensativi, provvedendo alla stesura di un P.D.P. (Piano Didattico Personalizzato).

Per quanto riguarda la valutazione degli alunni stranieri sarebbe utile conoscere le scuole da essi precedentemente frequentate, nonché le abilità e le competenze acquisite, in modo tale da potere valutare eventuali progressi. Non sempre gli insegnanti possono avvalersi di tali informazioni e in circostanze sfavorevoli, viene privilegiata una valutazione formativa, anziché certificativa, prendendo in considerazione soprattutto la motivazione, l’impegno e le capacità di apprendimento dimostrati.

Molto importante è il rapporto che il personale scolastico riesce a instaurare con i genitori dell’alunno, facendo ricorso, quando possibile, anche all’aiuto di mediatori culturali o interpreti, figure utili a creare un clima sereno e produttivo necessario per vincere un’eventuale diffidenza da parte dei familiari dell’alunno o dello studente stesso nei confronti della scuola di appartenenza e del personale che in essa presta servizio.

Il contributo di figure professionali, quali sono i mediatori culturali e gli interpreti, altresì, allontana il rischio che l’azione del personale della scuola possa essere fraintesa o considerata invadente. Nella scuola secondaria di primo grado agli alunni N.A.I. viene offerto un percorso utile ad acquisire la capacità di programmare nuove esperienze scolastiche oppure lavorative. Tale servizio viene offerto coinvolgendo le famiglie degli studenti, mettendo a disposizione anche del materiale informativo consultabile in varie lingue.

L’educazione che viene offerta ai N.A.I. non è una disciplina che si aggiunge a quelle già esistenti, ma un’attività complessa che coinvolge tutto il personale della scuola, il quale spesso si preoccupa di inserire nella biblioteca scolastica testi in diverse lingue, ma anche di fornire la scuola di appartenenza di dizionari in lingue diverse, DVD e cd rom multimediali relativi a lingue e culture diverse.

Il pluralismo culturale richiede sicuramente passione, impegno e empatia, ma non si può prescindere da competenze particolari che vanno sempre riviste e migliorate, diventa necessaria, quindi, una continua formazione del personale scolastico che va promossa e agevolata, la quale la si deve intendere come un diritto che è anche un dovere.

Alessandro Buscemi  Nato a Noto (Sr), ha la residenza a Modica ( Rg), città in cui si reca spesso quando è libero da impegni di lavoro, ma vive ad Avola  in quanto insegna nella Scuola Primaria a Siracusa. Dà molta importanza all'associazionismo e impiega il suo tempo libero agevolando e promuovendo iniziative socio-culturali.

 

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