La Scuola tra social- influencer e pandemia
“L’istruzione è l’arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo”.
La Scuola tra social- influencer e pandemia
“L’istruzione è l’arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo”.
Nel perdurare della situazione di emergenza dovuta al diffondersi dell’epidemia da Covid-19, Governo e Regioni hanno ritenuto necessario emanare una serie di norme volte a contrastare la diffusione del contagio.
La Scuola ai tempi del Covid 19 (Sars Cov 2), lo sappiamo, ha lasciato i suoi soliti spazi di condivisione per trasferirsi nell’infinito mondo on line, un nuovo spazio da abitare insieme. Le scolaresche si incontrano su piattaforme dedicate, scelte ad hoc dal gruppo docente guidato dall’animatore digitale e dai colleghi preposti al piano digitale (L.107/2015, Riforma ‘La Buona Scuola’). L’ambiente virtuale, dunque, accoglie docenti e studenti; ma quanto di questi soggetti è rimasto immutato sul piano motivazionale ed esperienziale?
Il termine emozióne deriva da émotion, da émouvoir, ossia «mettere in movimento». Si tratta di un’impressione viva, una sorta di turbamento, eccitazione. In psicologia, il termine indica genericamente una reazione complessa, di tipo soggettivo, in cui entra in campo la componente mimica. Innanzitutto le emozioni vanno distinte dai sentimenti, sia perché le prime sono immediate, mentre i secondi emergono dopo una personale rielaborazione.
Il termine educazione deriva da educĕre, cioè “trarre fuori” o “tirar fuori ciò che sta dentro”. Anche solo tale definizione fa comprendere bene quanto l’insegnamento tradizionale, di natura comportamentista, che prevede il travaso del sapere dal docente al discente, non sia adeguato a creare studenti consapevoli e capaci di costruire, in autonomia e con responsabilità, il proprio modo di essere, di conoscere e interpretare il mondo.
Negli ultimi decenni si è assistito a un proliferare di acronimi fastidiosi, spesse volte di difficile interpretazione o scioglimento, che sono diventati la quintessenza dell’istituzione scolastica. Ma sono davvero necessarie queste sigle che, in un certo qual modo, rispecchiano il ‘nuovo’ funzionamento della scuola?
La scuola da una parte contiene un forte eccesso di standardizzazione, che può essere concausa di insuccesso formativo, e dall’altra rivendica la Pedagogia dei Diritti, ossia un approccio centrato sul riconoscimento dello studente come titolare di diritti (right holder) e sulla possibilità che lo stesso possa, attraverso le attività didattiche che il docente propone, conoscere ed esercitare i propri diritti.(Cfr. https://www.scatti.org/wp-content/uploads/2019/09/Verso-una-pedagogia-dei-diritti-1.pdf)
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